Project Description

Storia d’amore e di mare Fortuna e Fortunale

Anni 50. Zi’ Marinello, che aveva già una piccola concessione (Marinello e Achille), si fidanza con  Marinella.

Dopo alcuni anni, i due si sposano e la mamma di Marinella proferisce ai sei figli l’eredità della concessione 31. I due sposini decidono di condurre loro l’attività, dato che le sorelle e i fratelli di Marinella avevano già altre strade aperte. Certamente l’attrezzatura non era quella di oggi, i sacrifici sono stati tanti, i clienti si contavano sulle dita perché all’epoca solo i veri signori potevano permettersi le vacanze.

Nel 1970 aprono sulla spiaggia un chioschetto dove i clienti potevano refrigerarsi con gassose e aranciate locali. Poi, sempre in quegli anni, sorge il Circolo della Vela, costituito dai soci; Marinello presta loro un quarto del suo arenile per permettere di varare le vele. Giusy, figlia di Marinello, insieme alla mamma, inizia a preparare panini e vendere pizzette. Il chiosco si amplia, i clienti aumentano: alle bevande si aggiungono il caffè freddo e il té freddo che preparavano in casa.

Successivamente, con l’adeguamento delle leggi, viene acquistata una macchina del caffè e allestito un piccolo laboratorio per la preparazione di piadine e primi piatti.

Intorno al 2000 viene installata una cucina con friggitrice e tutte le attrezzature necessarie, con non pochi sacrifici ma con tanta collaborazione da parte di tutti. Nel 2011 lo chalet viene completamente rivoluzionato e diventa il ristorante con l’aspetto ormai familiare a tutti

Oggi, il mio chalet ha un valore storico e sopratutto affettivo, perché era inizialmente del mio bisnonno, bagnino del celebre tenore Beniamino Gigli. Il bisnonno mi raccontava che spesso si raccomandava con il tenore per poter guadagnare qualcosina e farsi anche un bicchiere in cantina. Allora il Gigli prendeva il largo con il moscone e iniziava a cantare a squarciagola a delizia di tutti i bagnanti, che si affrettavano a noleggiare i mosconi per avvicinarsi al tenore. Ci riteniamo tutti soddisfatti, figlie e nipoti. Lucia, Alessandro e Mauro hanno collaborato, accompagnando i nonni al raggiungimento di traguardi più meritevoli. La familiarità con la propria terra e le tradizioni locali mi hanno avvicinato sempre di più alla comunità Porto Recanatese. Per questo, su invito degli organizzatori della Settimana del Brodetto, non ho saputo rinunciare, per poter far assaporare a tutti gli antichi profumi e sapori di questa grande ricetta.

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